Sabato, 25 Novembre 2006
Da il Gazzettino (Giorgio Boscolo):
«Investire a Chioggia? Meglio di no»
Chioggia c’è:
- una crisi di progettualità economico-sociale!!
- una crisi di identità!!
Un convegno sulle opportunità di vita e di lavoro che offre la città organizzato da Renzo Varagnolo della Camera del lavoro
Il dato che emerge dalla relazione di Renzo Varagnolo, responsabile della Camera del lavoro di Chioggia, Cavarzere e Cona, che ha organizzato una “conferenza sulla città”:
Venire a Chioggia per “vivere, lavorare ed investire?” La risposta è no.
- Chioggia, Insieme con Venezia è l’unica città del Veneto dove la popolazione sta aumentando, che vede scendere il numero dei propri abitanti, effetto risultante dal saldo naturale, rapporto nati-morti, negativo, e dall’altrettanto negativo rapporto tra immigrati ed emigrati.
- Se ne vanno i giovani perché trovano altrove lavoro e perché possono.
- Chi può venire a Chioggia per lavorarci se quasi 7000 chioggiotti sono pendolari, costretti ogni giorno a spostarsi per lavoro verso Venezia, Padova e Rovigo?
Iniziativa apprezzata da politici ed operatori perché, per dirla col vicepresidente del Consiglio regionale, Carlo Alberto Tesserin, “ci impone di riflettere su problemi importanti e di impegnarci per risolverli”. acquistare a condizioni accessibili la casa.
Forse qualcuno, che se lo può permettere, può venirci a vivere acquistando una seconda casa. Ma è sicuro che quasi nessuno viene per lavorarvi e soprattutto per investire.
- Il mercato immobiliare a Chioggia è drogato: prezzi altissimi in ragione soprattutto dell’impossibilità di usare per l’edilizia residenziale solo piccoli lotti in attesa della liberatoria affidata alla variante generale del Prg.
- Settori economici tradizionali, precisa la relazione di Varagnolo, pesca, orticoltura, turismo, commercio, artigianato e porto, sono settori ormai maturi. La crescita che si registra è lenta.
- “Manca tuttavia una politica industriale di settore e dello sviluppo del territorio”.
- Chi può pensare di investire in assenza di progetti di settore e, quello che più conta, di un progetto generale che fissi dei traguardi per i prossimi venti-trent’anni per la città?
- “Oggi Chioggia non segna una crisi nel senso tradizionale del termine; a Chioggia c’è una crisi di progettualità economico-sociale, una crisi di identità”.
- Manca permeabilità tra i vari settori, ognuno rimane chiuso nel proprio orticello.
- I bisogni infrastruturali, i servizi a cominciare dalla sanità per finire ai trasporti non sono al passo con una realtà moderna.
- Le nuove generazioni non subentrano ai padri nelle attività di famiglia e la scuola prepara figure che non trovano riferimento nelle attività prevalenti.
Che dire?
- I candidati sindaco su queste tematiche devono dare risposte.
- I partiti, invece di discutere di candidature, organigrammi, lottizzazione di assessorati e poltrone di sottogoverno, indichino in che direzione vogliono andare a parare.